Un percorso personalizzato per i pazienti portatori di stomie intestinali ed urinarie. Attiva a Marche Nord una presa in carico, con un team multidisciplinare, che coinvolge pazienti e famiglie, proprio per agevolare e migliorare la qualità della vita.
“Abbiamo messo al centro la persona stomizzata – spiega Edoardo Berselli, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera March e Nord – e lavorato insieme alle associazioni e all’area vasta per un percorso che integra perfettamente i servizi ospedalieri e territoriali. A seguito di una stomia, infatti, si ha un’iniziale compromissione della qualità della vita. I pazienti hanno un’immagine corporea di sé compromessa associata a sintomi di debolezza e fragilità. Questi malati, da pochi mesi, hanno una presa in carico totale, che parte dalla fase pre-operatoria, quella post-operatoria, fino alla dimissione”.
Una stomia è un’apertura creata chirurgicamente nel corpo per permettere alle feci o all’urina di transitare dall’intestino o dal tratto urinario. Esistono tre tipi di stomia: la colostomia, formata dall’intestino crasso, l’ileostomia, formata dall’intestino tenue e l’urostomia, per deviare l’urina attraverso una sezione dell’intestino o appositi ureteri. Una stomia è in genere il risultato di un intervento chirurgico per rimuovere una malattia, un’ostruzione intestinale o una lesione all’apparato digerente o al tratto urinario. Neoplasie all’intestino o alla vescica, patologie infiammatorie croniche e degenerative, tubercolosi vescicale, gravi traumi alla vescica sono le principali cause di posizionamento di stomie dopo un intervento chirurgico.
Da dicembre sono stati trattati all’interno del percorso di cura ottantacinque pazienti, che hanno seguito un percorso personalizzato. La presa in carico dei pazienti portatori di stomia si traduce in un miglioramento della qualità della vita. Il cuore del pdta (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) prevede l’impiego, all’interno del team multidisciplinare, di una figura professionale dedicata e specializzata, l’infermiere stomoterapista, fondamentale, non solo per la cura del paziente, ma anche per il coinvolgimento della famiglia nelle azioni di pianificazione per facilitare l’adattamento del paziente alla stomia e migliorare l’autonomia.
“Questo percorso è un risultato importante – spiega il direttore dell’Area Vasta 1 Romeo Magnoni – realizzato in sinergia con l’azienda ospedaliera e le associazioni. Ognuno ha messo in rete le sue risorse in funzione del pdta che è composto da un team multidisciplinare, che istruisce il paziente non solo ad affrontare gli aspetti pratici della gestione della stomia, ma che lo aiuta anche ad instaurare un rapporto di fiducia per una relazione efficace, per soddisfare il bisogno di sicurezza e conoscenza e ridurre l’ansia. Il personale coinvolto si avvale della figura del chirurgo e dell’infermiere stomaterapista, e, qualora si ritenga necessario anche dello psicologo, del dietista e delle associazioni di volontariato.
“L’infermiere stomoterapista – aggiunge Stefania Rasori direttore dell’unità operativa complessa professioni sanitarie IOTR – fornisce un’assistenza personalizzata, favorisce il raggiungimento dell’auto-cura, insegna nuove abilità e coordina l’assistenza fornita nell’ambito di un team multidisciplinare, assicurando la continuità di cura dopo la dimissione. La prima fase prevede un colloquio con pazienti e famiglie, al fine di preparare adeguatamente il paziente ad affrontare il percorso terapeutico e riabilitativo attraverso un’accurata informazione, e che inoltre gli consenta di tornare il prima possibile ad avere una vita sociale normale.
“Tutti i momenti in cui si deve affrontare una malattia, un intervento e la convalescenza sono piuttosto stressanti – aggiunge Sandro Fuselli, presidente dell’associazione stomizzati della provincia di Pesaro Urbino – dal punto di vista fisico ed emotivo, ma vivere con una stomia implica una sfida ancor più specifica ed impegnativa. Questo percorso messo in piedi assieme con Marche Nord e l’Area Vasta va certamente nella direzione del paziente e dei familiari, preparandoli ad andare incontro a tutte le fasi successive alla stomia”.
La fase pre-paratoria, ed in particolare un’adeguata comunicazione delle informazioni, diventa fondamentale per ridurre l’ansia del paziente e della famiglia. Viene attuata dal chirurgo che ha l’obiettivo di informare la persona su tutti gli aspetti inerenti l’intervento, oltre a soddisfare il bisogno di sicurezza e conoscenza dell’atto chirurgico. Nel colloquio è prevista anche la presenza dell’infermiere stomoterapista al fine di facilitare il percorso informativo-educativo, ed instaurare quel rapporto di fiducia, necessario a stabilire una relazione efficace e di sostegno. A seguito del colloquio si procede con il disegno pre-operatorio che ha l’obiettivo di prevenire le complicanze, facilitare lo stoma-care e favorire la qualità della vita. Il disegno dello stoma è concordato congiuntamente dal chirurgo, lo stomoterapista e il paziente. Tra gli aspetti fondamentali dell’assistenza postoperatoria, risulta fondamentale che il paziente acquisisca un bagaglio minimo di abilità specifiche per la cura della stomia, che ne favorisca la gestione attiva, l’indipendenza e la capacità di adattamento alla nuova condizione.
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