I risultati dell’ultima ricerca condotta dall’equipe di Giuseppe Visani, pubblicati sulla rivista Leukemia, la più importante del settore. I trattamenti innovativi elaborati dalla struttura degli Ospedali Riuniti Marche Nord sono già diventati protocolli usati in tutto il mondo occidentale
Potrebbe avere risvolti del tutto rivoluzionari la ricerca pubblicata in questi giorni su Leukemia, la rivista più importante al mondo di Ematologia, condotta dall’equipe di Ematologia degli Ospedali Riuniti Marche Nord, in collaborazione con la sezione Ail di Pesaro e il laboratorio di patologia molecolare dell’Università di Bologna diretto dal professor Pileri.
Lo studio ha coinvolto 54 pazienti – con più di 70 anni – affetti da Leucemia Acuta Mieloide, non precedentemente trattati e troppo fragili per essere sopposti all’invasiva e potente chemioterapia. Il trattamento ha dato risultati sbalorditivi e "pure inattesi – ha spiegato Giuseppe Visani, Direttore della struttura -: il 40% dei pazienti ha avuto una remissione completa della malattia e una sopravvivenza, ad oggi, di oltre 2 anni. E la differenza è notevole perché le persone affette da questa patologia, con le cure attualmente disponibili, non sopravvivono – in media – più di 4 mesi. La terapia – continua Visani – in sintesi prevede l’utilizzo combinato di due farmaci, uno da assumere per bocca, chiamato Lenalidomide, e l’altro con puntura sottocute di Ara-C, quest’ultimo già usato singolarmente ma con modesti risultati in termini di remissione della malattia. Una terapia apparentemente semplice che ha dato risultati del tutto inattesi su due fronti: il primo riguarda la risposta dei pazienti, ben il 40% ha avuto una remissione completa della malattia; il secondo aspetto, ancora più interessante, riguarda la presenza e la relazione di alcuni geni in pazienti che hanno risposto alla terapia. Questo vuol dire che grazie ad un semplice studio genetico alla diagnosi, sarà possibile capire quali pazienti potranno rispondere a questa cura e quali no, permettendo di effettuare un trattamento mirato con grande risparmio di risorse e con notevole vantaggio per i pazienti".
La prima parte dello studio è stato pubblicato, proprio in questi giorni, dalla prestigiosa rivista internazionale Leukemia, la più importante – in ambito ematologico – del mondo. Un altro successo per l’Ematologia di Marche Nord che continua a lavorare sulla ricerca grazie, anche, ai contributi di Ail Pesaro "generati – come ha spiegato il presidente della sezione locale Franca Giorgioni, – dalla generosità e sensibilità dei pesaresi che con le loro donazioni sostengono le ricerche per la cura delle malattie del sangue, studi che sempre più di frequente superano i confini italiani".
In effetti la ricerca condotta dall’Ematologia, pubblicata nel 2012 sulla rivista Blood, sui pazienti colpiti da linfoma con malattia in stadio avanzato e sottoposti ad una nuova terapia ad altre dosi prima dell’autotrapianto di cellule staminale, ora è un protocollo che ha superato i confini della sperimentazione e viene applicato già in 10 paesi europei e in alcuni istituti americani, pronto ad allargarsi ad altri centri degli Stati Uniti e del Canada.
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