La struttura dipartimentale di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale di Urbino si dota di sei nuovi endoscopi di ultima generazione che vanno ad integrare il parco di strumenti già in opera nelle sedi di Urbino e Fossombrone.
“Un investimento importante – spiega il Direttore Generale Ast PU Nadia Storti – fondamentale per identificare precocemente le lesioni curabili che interessano il tratto digestivo, un aspetto che resta la chiave di volta nella prevenzione e cura dei tumori. Strumenti tecnologicamente avanzati che verranno impiegati in particolare nella gestione delle urgenze emorragiche, per le indagini operative e per la rilevazione delle lesioni pretumorali nella prevenzione e nella diagnosi precoce del tumore del colon. L’incremento della strumentazione concorrerà allo sforzo di riduzione delle liste d’attesa pur con la consapevolezza che è l’appropriatezza delle richieste ad essere il nodo centrale nell’abbattimento delle liste stesse”.
“Fino a 15 anni fa – aggiunge Maxemiliano Giardini, direttore dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’ospedale di Urbino – non conoscevamo alcune tipologie di lesioni con un alto rischio di degenerazione maligna semplicemente perché non eravamo in grado di vederle. Oggi oltre a riconoscerle siamo in grado di asportarle nel corso della stessa seduta endoscopica e dimettere il paziente dopo qualche ora”.
Un investimento di centocinquantamila euro che vede anche l’acquisto di una nuova colonna endoscopica (la base o cervello a cui Gastroscopi e Colonscopi vengono collegati) in grado di supportare delle funzioni estremamente sofisticate. Tali funzioni sono rappresentate in particolare dalla tecnologica RDI (red dichromatic imaging), progettata per aumentare la visibilità dei vasi sanguinanti profondi e delle fonti di sanguinamento aiutando così gastroenterologi ed infermieri ad individuare con precisione i punti che richiedono un trattamento emostatico immediato, e dalla tecnologica TXI concepita per migliorare la capacità di identificare le lesioni pretumorali anche di piccole dimensioni. Tecnicamente la TXI (texture and color enhancement imaging) mira ad aumentare la visibilità dei tessuti sospetti migliorando il colore, la struttura e la luminosità dell’immagine endoscopica.
Da molti anni infatti la struttura di Gastroenterologia è impegnata nello svolgimento dello screening regionale del colon retto con migliaia di Colonscopie all’attivo e centinaia di diagnosi, molte delle quali precoci, dal 2010 ad oggi. “Una Colonscopia di qualità – conclude il Dott Giardini – ovvero la visualizzazione dell’intero colon, con un intestino ben pulito ed effettuata con uno strumento tecnologicamente avanzato, consente di non avere più necessità di farne una successiva per 8-10 anni; se invece si asportano polipi, oltre ad avere azzerato il rischio di degenerazione degli stessi, sarà l’esame istologico a dirci dopo quanti anni ripeterla”. Tutto l’impegno è orientato a continuare sul percorso già intrapreso di miglioramento della qualità in Endoscopia Digestiva, in un reparto nel quale sono in servizio 5 medici e 14 tra infermieri ed operatori sociosanitari, sia per quanto riguarda l’aspetto medico ed infermieristico sia per quanto riguarda la soddisfazione del paziente. A questo proposito la struttura di Gastroenterologia di Urbino è in via di accreditamento nazionale presso la SIED (Società Italiana di Endoscopia Digestiva)”.
Nella foto Maxemiliano Giardini, direttore dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’ospedale di Urbino, con parte dello staff
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