Una presa in carico del paziente a trecentosessanta gradi, l’incremento del 90% delle prestazioni ambulatoriali che ha consentito di ridurre notevolmente la lista di attesa per tutte le visite e di azzerare quelle per gli esami urgenti. La cura dello scompenso cardiaco è la vocazione principale del reparto di cardiologia di Marche Nord dello stabilimento del Santa Croce di Fano.
“Questa patologia è invalidante ed è la causa più frequente di ricovero in Italia – spiega Guido Rocchi , titolare dell’incarico di Struttura Semplice Dipartimentale Cardiologia Fano e Scompenso Cardiaco – si tratta di pazienti che, a causa di una disfunzione del cuore, fanno fatica a respirare e spesso hanno ritenzione di liquidi che causa gambe gonfie. Il Centro scompenso cardiaco di Fano prende in carico completamente tali pazienti e li segue strettamente mediante visite periodiche e se necessario con accessi in un Day Hospital dedicato con 7 posti letto. Attualmente sono 600 i pazienti in carico. I pazienti sanno di poter chiamare il centro e di avere sempre una risposta dalla case manager, dai due infermieri dedicati nonché dal pool ristretto di cardiologi dedicati. Tale organizzazione consente al personale sanitario di conoscere uno per uno tutti i pazienti, di fare educazione sanitaria alle famiglie dei pazienti e di prendersi cura di tutti gli aspetti compresi quelli non cardiologici”.
Lo scompenso cardiaco rappresenta uno dei principali problemi sanitari per incidenza, multiple ri-ospedalizzazioni, costi in termini di morbilità e mortalità ma anche di disabilità e perdita o riduzione dell’autosufficienza. In questo ambulatorio è garantita la gestione completa di tutte le prestazioni programmate per il paziente (cardiologiche ed extracardiologiche comprese le trasfusioni, preparazione esami invasivi).
“Seicento sono i pazienti che trattiamo all’anno – aggiunge Rocchi – gli obiettivi del percorso sono quelli in primis di gestire al meglio i percorsi intraospedalieri, favorendo la corretta allocazione dei pazienti in base alle esigenze cliniche. La corretta presa in carico dei pazienti ha permesso di ridurre del 22 per cento il tasso di re-ospedalizzazione con un abbassamento dei ricoveri ospedalieri per patologia, che è la prima causa di ricovero in Italia. Il punto di forza della cardiologia di Fano è stato quello di cercare una collaborazione sempre più stretta con le altre strutture di Marche Nord non solo cardiologiche nonché con la cardiochirurgia gli Ospedali Riuniti di Ancona”.
L'equipe diretta dal Dr. Rocchi
Nel reparto è presente inoltre un ambulatorio dedicato alle cardiomiopatie geneticamente determinate, presso il quale viene eseguito uno screening ai familiari dei pazienti affetti che potrebbero a loro volta ereditare la malattia. Tale screening prevede esami convenzionali ed eventualmente anche una analisi genetica.
La Cardiologia di Fano ha 4 posti di Terapia Intensiva (UTIC) e 11 posti letto di degenza tutti monitorati. Ha inoltre un servizio ambulatoriale che esegue visite cardiologiche, ecocardiogrammi transtoracici, transesofagei e pediatrici, ECG Holter, prove da sforzo, ecocardiogrammi da sforzo nonché collabora nell’esecuzione di scintigrafie miocardiche e risonanze cardiache con sedute congiunte con radiologi e medici nucleari.
I dati sono evidenti e mostrano l’incremento di attività della Cardiologia di Fano degli ultimi 5 anni.
“L’incremento del 90% delle prestazioni ambulatoriali – continua il dirigente di Marche Nord – che sono passate da 5800 a 11.100, ha consentito di azzerare la lista di attesa per tutte le visite e per gli esami urgenti. E’ stato inoltre fatto uno sforzo particolare per ridurre la lista delle visite e degli ecocardiogrammi pediatrici che sono stati raddoppiati nell’ultimo anno perché i bambini cardiopatici devono essere una priorità. Resta il nodo sui tempi di attesa relativi alle visite cardiologiche non urgenti per gli adulti. Tale lista dipende però anche da una mancata appropriatezza nelle richieste prescrittive. Circa un terzo delle richieste sono per il rinnovo della patente di guida o semplicemente per fare ginnastica o sport. Tali visite, che tra l’altro non sarebbero previste a carico del sistema nazionale, finiscono per intasare una cardiologia ospedaliera che invece dovrebbe occuparsi solo dei malati più gravi lasciando il resto ai servizi territoriali. Anche le visite per la sola ipertensione non dovrebbero afferire all’ospedale, ma al Centro per l’ipertensione della cardiologia territoriale di Fano, che è situata a fianco dell’Ospedale”.
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