Tredici milioni di italiani soffrono di patologie che generano dolore cronico e affrontano la sofferenza quotidiana con terapie farmacologiche, trattamenti manuali, soluzioni specialistiche, fino a particolari interventi chirurgici. “Il dolore fisico cronico è una malattia che impatta in modo devastante su ogni aspetto della vita – spiega Alessandro Guidi, responsabile della terapia del dolore dell’ospedale di Fano dell’Ast Pesaro Urbino -. Non stiamo parlando del dolore come percezione indispensabile per la nostra sopravvivenza, tolgo la mano dal fuoco perché fa male. Stiamo parlando di un dolore che si trasforma in malattia quando diventa cronico, quando un banale mal di schiena lo senti tutto il giorno e tutti i giorni. La giornata del sollievo, che si celebra quest’anno il 28 maggio, è l’occasione per promuovere la cultura del sollievo e sensibilizzare verso una malattia invisibile ma devastante per chi ne soffre. Una malattia non misurabile con uno strumento esterno e solo chi sta provando dolore può comunicarne l’intensità e la sensazione”.
A confermare la diffusione di patologie che generano dolore cronico sono proprio i numeri: “Il volume delle prestazioni di analgesia, tra visite e trattamenti, è progressivamente aumentato dal 2014 ad oggi – continua il Direttore del Dipartimento di Emergenza e Accettazione Michele Tempesta -, raggiungendo oltre 3mila accessi ambulatoriali tra l’ospedale di Pesaro e di Fano solo nel 2022, e costanti consulenze ospedaliere nei pazienti ricoverati. Perché anche durante la degenza la rilevazione del dolore è oramai una prassi consolidata”. Ma la vera novità sta nelle terapie oggi possibili: quando i trattamenti farmacologici e le tecniche infiltrative non risultano sufficienti è possibile, in base al quadro clinico, attivare procedure chirurgiche mininvasive. Si tratta di interventi spesso effettuabili in regime di day hospital, destinati a quei pazienti che non hanno trovato beneficio dal trattamento ambulatoriale “che in una valida percentuale di casi – continua Alessandro Guidi – riesce ad agire sulla sofferenza cronica. Solo nel 2022 abbiamo eseguito a Fano circa 70 interventi con tecniche mininvasive: si va dalla radiofrequenza, l’endoscopia spinale, iniezioni di farmaci nelle articolazioni vertebrali, fino all’uso di stimolatori midollari che prevedono l’impianto di neurostimolatori vicino alla colonna. Si tratta di un piccolo filo elettrico installato sul midollo spinale che termina con un apparecchio elettronico sottocute che, come un pace maker, è in grado di modulare la sensazione di dolore. Non solo: anche impianti di pompe sottocute che rilasciano costantemente farmaci a livello del midollo spinale”.
Procedure innovative, completamente a carico del sistema sanitario. “L’impianto di pompe o di stimolatori midollari, quest’ultimi inseriti nel 2022 in tre pazienti che non avevano risposto in modo efficace alle altre alternative – conclude Guidi -, rappresentano l’apice della piramide interventista. Ovviamente si tratta di interventi che vanno valutati sul singolo paziente, sulla singola origine del dolore, e che non rispondono a nessuna terapia convenzionale”.
Nella foto Alessandro Guidi in sala operatoria a Fano durante intervento di impianto di neuro-stimolatori vicino alla colonna
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