L’azienda ospedaliera Marche Nord ha attivato un progetto di telemedicina per monitorare a casa i pazienti positivi Covid-19, clinicamente dimissibili dal Pronto Soccorso e dai reparti di Medicina sub intensiva al fine di garantire le migliori cure in termini di sicurezza e di appropriatezza del setting assistenziale.
“Ad oggi sono stati presi in carico 45 pazienti- spiega il Direttore Generale di Marche Nord e presidente di Federsanità della regione Marche, Maria Capalbo -. Tale scelta nasce dall’esigenza di poter garantire la giusta assistenza ad ogni singolo cittadino, in maniera commisurata alla gravità del quadro clinico, con l’obiettivo di evitare ulteriori accessi in Pronto Soccorso e ricoveri ospedalieri inappropriati”.
I vantaggi di questo approccio sono molteplici: i controlli sono continuativi e si svolgono in tempo reale, evitando spostamenti inutili ai pazienti ma con la garanzia della continuità assistenziale. Questa modalità favorisce l’engagement del paziente e del caregiver, quindi il loro coinvolgimento concreto nel percorso di cura e monitoraggio.
“Un progetto importante per una regione come le Marche – spiega l’assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini – a servizio del cittadino paziente. Poter restare tra le mura domestiche e contemporaneamente essere assistito dai medici ospedalieri diventa strategico soprattutto in questa fase della pandemia in cui è fondamentale non intasare le strutture sanitarie”.
Il progetto è stato avviato da Mauro Luciani dell’Ingegneria Clinica ed Ict di Marche Nord, e prevede la partecipazione degli specialisti delle unità operative di Medicina Interna e Medicina d’Urgenza. Il servizio di telemonitoraggio è rivolto ai pazienti adulti positivi al Covid che necessitano di monitoraggio, ma con condizioni cliniche gestibili a domicilio e con capacità di utilizzare i dispositivi previsti nel kit: una volta arruolato il paziente, gli viene consegnato direttamente un tablet, pulsossimetro e termometro dotati di tecnologia bluetooth, e viene formato sull’utilizzo dei dispositivi.
Il protocollo prevede la misurazione di alcuni parametri tra cui temperatura corporea, saturazione di ossigeno e frequenza cardiaca. I parametri vengono registrati ed i professionisti avvisati in caso di rilevazione di segni di “allarme”. “Il medico – spiega Mauro Luciani – contatta il paziente che gli è stato segnalato ed in base al quadro clinico evidenziato ed alla visita effettuata, potrà disporre la permanenza del soggetto a domicilio con eventuale modifica terapeutica, la prescrizione di prestazioni ambulatoriali di approfondimento diagnostico oppure il ricovero, con eventuale attivazione dei servizi di emergenza”.
Risulta fondamentale, nel caso di aggravamento delle condizioni cliniche durante la fase di monitoraggio domiciliare, eseguire una rapida e puntuale rivalutazione generale per verificare la necessità di una ospedalizzazione o valutazione specialistica, onde evitare il rischio di ospedalizzazioni tardive, associate ad outcomes peggiori.
Il servizio di monitoraggio – se necessario – ricorda al paziente di eseguire le misurazioni con l’obiettivo di incrementare la compliance dei pazienti ed è inoltre possibile attivare una soluzione di teleconsulto che prevede la comunicazione video tra medico e paziente.
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