Gastroenterologia, evolve il percorso di cura per tumore colon-retto

La Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord è in prima linea nella lotta contro i tumori del colon-retto, seconda causa di morte per patologia oncologica nelle Marche. Il percorso personalizzato di cura per i pazienti affetti da tale patologia è sempre più all’avanguardia, soprattutto con l’ingresso della chirurgia robotica che ha cambiato anche l’approccio a questo iter.
“Quello del colon-retto – spiega Antonella Scarcelli Direttore Unità Operativa Complessa Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Marche Nord – è uno dei primi percorsi di cura attivati dalla nostra Azienda Ospedaliera, proprio per la numerosità di casi presenti sul nostro territorio.
Negli anni il gruppo multidisciplinare che compone l’equipe di specialisti che seguono i pazienti in questo PDTA è cresciuto e si è arricchito, proprio per dare al paziente i migliori percorsi di cura possibili. L’adesione al programma di prevenzione ormai avviata da anni vede la partecipazione della Endoscopia Digestiva sia nella fase di screening con esecuzione di colonscopie in pazienti di età compresa tra i 50 e 70 anni, sia nel trattamento delle lesioni precancerose”.
Lo scopo del percorso è quello di garantire un iter diagnostico e terapeutico dedicato, agevole, rapido ed efficiente, di concerto tra i vari professionisti, fornendo il miglior trattamento possibile alla luce delle evidenze scientifiche e dell’esperienza di ciascun specialista coinvolto. Per questo il PDTA viene continuamente aggiornato sulla base delle nuove evidenze scientifiche ed acquisizioni tecnologiche. Recentemente cambiamenti sono stati apportati dalla introduzione della chirurgia robotica mini-invasiva, oggi presente all’interno dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord, e dall’avvio del percorso integrativo con il territorio per pazienti i stomizzati.
Ecco i numeri del protocollo. Dal 2015 sono stati inseriti nel percorso circa 525 pazienti con una media annuale di 160 all’anno. Quest’anno a luglio sono 134 i pazienti seguiti dall’equipe multidisciplinare, con un trend dunque in crescita.
“La partecipazione al gruppo multidisciplinare del PDTA è corposa – spiega Maria Teresa Fabi, responsabile della Unità operativa Endoscopica dell’Intestino Tenue, afferente alla Gastroenterologia – e vede l’impegno di un numero di professionisti elevato proprio per seguire il paziente a trecentosessanta gradi in tutti gli aspetti della malattia. Questo rappresenta il corretto approccio della patologia neoplastica intestinale. Sicuramente per un paziente, sapere che specialisti di varie discipline discutano ed esaminino nei dettagli tutte le opzioni terapeutiche possibili, non può che rappresentare la garanzia che gli sarà riservato il miglior trattamento possibile”.
“Con la chirurgia robotica – chiarisce il direttore di chirurgia generale Alberto Patriti – si è ridotto notevolmente il periodo di ospedalizzazione dei pazienti, che possono tornare alla loro quotidianità in breve tempo”.
L’accesso del paziente a questo percorso può avvenire con diverse modalità: “può trattarsi di un paziente già ricoverato – afferma la Dr.ssa Scarcelli –per un esordio della patologia con sintomi acuti o dopo esecuzione di esame colonscopico, richiesto dal Medico di Medicina Generale (MMG) o altro specialista, o ancora dopo esecuzione di colonscopia nell’ambito del percorso di screening regionale”.
Il gruppo multidisciplinare del PDTA è composto dall’oncologo, gastroenterologo, chirurgo, radiologo e radioterapista, anatomo patologo e dalle psicologhe ospedaliere e dal 2015 ha visto l’inserimento di una nuova figura, quella dell’infermiere case manager che affianca il paziente in ogni fase della malattia. Il gruppo multidisciplinare, coordinato dall’oncologo, esamina ogni singolo caso ed elabora il piano terapeutico a seconda della sede e dell’estensione della malattia.

Equipe del reparto di Gastroenterologia

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