Dieci pazienti su cento manifestano il disturbo anche dopo la guarigione. Il Direttore del reparto Luca D’Ascanio: «Il nostro obiettivo è migliorare la qualità di vita dei pazienti».
Molti pazienti colpiti da Covid-19 sviluppano un deficit di olfatto e di gusto, definiti rispettivamente anosmia e ageusia. Secondo alcuni studi scientifici, si manifestano in più della metà dei soggetti ed sono causati da una lesione prodotta dal virus a carico delle terminazioni nervose olfattive presenti all’interno del naso. Entro un mese la metà recupera completamente, ma dieci su cento tendono a non migliorare. Il deficit dell’olfatto può rappresentare un grave problema. L’anosmia costituisce infatti una perdita disabilitante per i professionisti del settore enogastronomico come cuochi, enologi e sommelier, oltre a preparatori di profumi.
«L’anosmia e l’ageusia – spiega il direttore di Otorinolaringoiatria di Marche Nord, Luca D’Ascanio (nella foto) – non permettono di godersi alcune cose belle della vita. Fin dall’inizio della pandemia, mentre venivano pubblicati i primi lavori cinesi sull’argomento, con i medici della mia equipe ed in collaborazione con l’Università del Michigan, di Manchester e di Perugia, abbiamo sviluppato un questionario per indagare l’olfatto nelle persone con infezione da Covid-19. La nostra esperienza è stata poi pubblicata dalla prestigiosa rivista «Otolaryngology – Head and Neck Surgery», manifesto ufficiale della Società Americana di Otorinolaringoiatria. Il progetto – continua il direttore – è offrire, oltre al percorso diagnostico, anche quello riabilitativo destinato ai pazienti guariti dall’infezione ma che presentano ancora alterazioni dell’olfatto e del gusto. Il nostro obiettivo è quello di migliorare la loro qualità di vita».
La valutazione dell’olfatto viene effettuata, dopo visita specialistica, mediante un test clinico specifico chiamato «olfattometria», che consiste nella misurazione della capacità del paziente di percepire gli odori: viene esposto a sostanze odorose di diversa natura attraverso strumentazione dedicata. Durante tale «sniffing-test», lo specialista registra la capacità di riconoscere i diversi odori e analizza statisticamente le risposte in modo da ottenere una stima della soglia di percezione olfattiva. Al termine della valutazione diagnostica, in caso di deficit, al paziente vengono fornite indicazioni e materiale per svolgere un training riabilitativo a domicilio, con lo scopo di stimolare la ripresa funzionale delle cellule olfattive. In alcuni casi, su valutazione dello specialista , viene anche prescritto un trattamento farmacologico per via locale o sistemica al fine di coadiuvare il recupero della funzione olfattiva
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