Lavorano a testa bassa, senza sosta e senza perdersi d’animo. Sono i medici, gli infermieri, le psicologhe e tutti gli operatori sanitari il carburante della complessa macchina ospedaliera. In prima linea, in trincea come si dice oggi. Con mascherina, visiera, guanti, cuffia ai capelli, doppio camice e zoccoli ai piedi, a trapelare sono solo gli sguardi, stanchi ma vivaci, appesantiti dalle responsabilità ma fieri di esserci. Con una uniforme più simile a quella di un palombaro che ad una divisa di ordinanza, restano al fianco dei tanti pazienti che oggi sono ricoverati al San Salvatore di Pesaro, struttura dedicata ai malati Covid. Medici, infermieri, tecnici, psicologhe e operatori sanitari che “tengono botta” impegnati a curare il corpo dalle ferite del virus, e ad accarezzare l’anima di chi, spaventato e solo, si prepara a combattere.
In prima linea
Ma l’emergenza non ha solo il volto del personale sanitario. Tutta Marche Nord non si ferma e continua a lavorare senza sosta. Perché in queste settimane gli ospedali dell’azienda ospedaliera hanno cambiato pelle, subìto mutazioni organizzative e logistiche importanti e repentine. Un mosaico che per incastrarsi nel modo giusto ha avuto bisogno dell’aiuto di tutti. Anche se invisibili ai più, tutto l’apparato organizzativo e tecnico è sceso in campo per rispondere alle complesse esigenze ed adattare le strutture alla medicina ai tempi del Coronavirus. Quindi nuove piattaforme informatiche per lo scambio delle informazioni, nuovi ambienti per l’emergenza, nuove apparecchiature per l’assistenza ai pazienti, procedure snelle e veloci per acquisire ventilatori, centraline, letti e personale. Sono invisibili ma nell’ombra lavorano anche loro. E pure loro non mollano.
Dietro le quinte
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