Il reparto di Emodinamica di Marche Nord è tra le prime dieci strutture italiane. A dirlo è la “Società Italiana di Cardiologia Interventistica GISE”, società scientifica nazionale di riferimento. Il GISE ha tra i suoi obiettivi quello di stimolare, sviluppare e coordinare progetti di ricerca scientifica ed educazionali orientati all’innovazione, in conformità e nel rispetto delle linee guida e della disciplina anche attuativa, emanata in materia dal Ministero della Salute e dagli altri organismi competenti, collaborando con associazioni, agenzie e aziende sanitarie.
Questi i punti forti del reparto di Marche Nord: procedure innovative per la cura delle patologie cardiache, diminuzione dei giorni di ospedalizzazione per il paziente con una ripresa più veloce e un aumento della mobilità attiva con i pazienti provenienti da fuori regione e dalle altre province marchigiane.
Nel confronto con 267 strutture italiane l’Emodinamica di Marche Nord spicca per tre tipi di procedure: risulta la settima per la metodica di ‘FFR’, metodica che permette di poter meglio definire se una lesione coronarica sia significativa nel momento in cui la sua reale entità non sia ben valutabile all’esame angiografico. Inoltre, l’Emodinamica dell’azienda ospedaliera è nona per la procedura di ‘PCI’, l’angioplastica coronarica e decima struttura in Italia per le coronarografie, erogando 2232 prestazioni totali annue.
“L’Emodinamica di Marche Nord – spiega il direttore generale Maria Capalbo – registra numeri ogni anno in crescita, per un presidio che è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda ospedaliera. Un reparto di avanguardia per le cure di queste patologie tra le più diffuse. Un risultato importante quello raggiunto grazie al lavoro di tutti. Numeri che ci dicono che siamo sulla strada giusta e dobbiamo andare avanti per migliorare sempre”.
L’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica si interessa della diagnosi e della cura delle malattie cardiovascolari ed è specializzata nella rivascolarizzazione percutanea di patologie coronariche acute e croniche; si occupa principalmente della più frequente malattia cardiaca, quella ischemica caratterizzata dal restringimento delle arterie coronarie che sono i vasi che portano il sangue ossigenato al cuore. I fattori di rischio per la formazione delle stenosi coronariche sono elevati valori di colesterolo, diabete, ipertensione arteriosa e fumo di sigaretta. Dopo la valutazione dell’entità e diffusione dei restringimenti delle coronarie viene proposto il trattamento di rivascolarizzazione più adeguato per il paziente. Se è possibile viene effettuata l’angioplastica, cioè la dilatazione dei punti stretti con il palloncino ed il posizionamento dello stent, una retina metallica che viene posizionata all’interno della coronaria consentendo la ripresa del normale flusso del sangue. La procedura avviene in completo monitoraggio del paziente prima, durante e subito dopo l’esame (controllo del ritmo, della pressione, dell’ossigenazione del sangue). In caso ci sia la necessità di intervento cardiochirurgico il caso clinico viene discusso collegialmente tra cardiologi clinici, cardiologi emodinamisti e cardiochirughi per la valutazione del trattamento necessario.
“Un risultato raggiunto grazie al lavoro di tutta la squadra che voglio ringraziare – spiega il responsabile dell’unità operativa di Emodinamica Lucia Marinucci – siamo sempre stati precursori, tra i primi reparti in Italia, di diverse procedure che pratichiamo. Per esempio, siamo uno dei primi centri in Italia, dal 2001, ad effettuare l’angioplastica coronarica per via radiale e non femorale, utilizzando questo accesso per più del 95 per cento delle procedure. L’accesso radiale è attualmente raccomandato dalla linee guida internazionali, consente di effettuare la procedura in maniera più sicura per il paziente, con minore rischio di complicanze emorragiche e permette al malato una migliore ripresa e un recupero più veloce, consentendo anche una dimissione precoce senza ospedalizzazione. Inoltre dal 2005 siamo stati uno dei primi reparti del servizio sanitario nazionale ad effettuare queste procedure in day hospital e siamo uno dei pochi reparti ad effettuare le angioplastiche con dimissione nella stessa giornata della procedura. Meno ospedalizzazione per il paziente ma con la presa in carico garantita totalmente, anche grazie ad una comunicazione diretta con il paziente, che può contattarci h24”.
Altra importante innovazione del reparto è dovuto al fatto che è totalmente informatizzato, tanto da essere uno dei pochi a non avere un archivio cartaceo. I numeri sono in crescita. Nel 2018 sono state effettuate 2734 procedure con 1238 angioplastiche e 636 i pazienti trattati in regime di day hospital. Si è registrata una mobilità attiva extraregionale dell’’8/9 per cento. L’età media dei pazienti è di 69 anni. Il 60 per cento dei pazienti è di età tra i 50 e i 75 anni. Oltre il 70 per cento sono uomini.
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Report GISE 2018 476.08 KB 447 downloads
Dati di attività dei Centri di Emodinamica italiani relativi al 2018