Ingresso Pad.B San Salvatore: I’m not that. Le identità mutanti di Erman Izzi
Sette intensi ritratti installati lungo il corridoio che accompagna gli utenti del San Salvatore dall’ingresso del Padiglione B al servizio di Diagnostica per Immagini. Volti dall’espressione scolpita in una impassibilità senza tempo. Sono le identità mutanti che scaturiscono dalla macchina fotografica dell’artista pugliese Erman Izzi, straordinario manipolatore di immagini, versatile artista dalla poetica irrequieta.
Il lavoro attraverso l’uso della fotografia, le potenzialità estetiche ed emotive del ritratto.I sette ritratti esposti rappresentano altrettanti focus sulle personalità che appaiono poi nell’ottava opera, un grande pannello, in cui sono raccolti, quasi fossero tessere di un mosaico sull’universo umano. La peculiarità delle immagini è quella di mostrare un impianto costruttivo molto vicino alla pittura iconografica rinascimentale e nello stesso tempo rimandare ad un costrutto estetico tipicamente pop, ovvero moderno ed anticonformista. Infatti, i soggetti ritratti sono immortalati in una postura frontale e rigida, con una luce che ne plasma freddamente i tratti somatici anche se nel contempo riescono a mostrare guizzi cromatici virati a colori acidi e piatti.
Bart
Laura
L’elemento straordinario e destabilizzante in questi lavori è il particolare dell’oggetto che accompagna i soggetti ritratti e che in qualche modo ne ibrida la personalità, o almeno l’immagine che ne deriva a chi guarda. La poetica esprime una valenza espressiva carica di significati da scoprire: ciascun soggetto ritratto non è come sembra ma rappresenta solo una possibilità tra mille possibili, rendendo l’identità mutante. Gli oggetti che accompagnano i ritratti sono stati scelti dall’artista che in questo modo consegna alla visione una sua interpretazione, evitando di offrire la possibilità di una banale quanto scontata biografia per immagini.
Il ritratto si arricchisce di storie e sensazioni ma anche l’oggetto è funzionale a questo gioco concettuale, infatti soggetto e oggetto si riflettono trasformandosi vicendevolmente, ibridandosi. Le espressioni dei volti non si chiudono nei confini della rappresentazione di una loro caratteristica ma si aprono a mondo infinito di interpretazioni, demandate alla sensibilità di chi si trova ad ammirarle. Sono gli spettatori di questi ritratti, per certi aspetti surreali, ad agire i confini dell’identità di chi è ritratto, rendendo ogni volta uniche queste opere.
mosaico ritratti
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