Mensa Fano: Una Tac culturale…
Il gioco ironico sui significati delle parole e una spiccata capacità di convogliare riflessioni su particolari temi di ispirazione socio-culturale sono i tratti caratterizzanti del lavoro che Collettivo Fx ha ideato per il corridoio della sala mensa.Con un beck ground di street art e attacchinaggio il Collettivo Fx, da anni attivo sul territorio nazionale, riesce a condurre l’attenzione dell’opinione pubblica su alcuni temi che riguardano il sociale e la cultura in genere.
Passando per macro ritratti realizzati in fabbriche dismesse o in luoghi di passaggio, come metropolitane e stazioni, il Collettivo ha raggiunto la capacità straordinaria di esprimersi attraverso una tecnica sublime, nella realizzazione di ritratti e paesaggi metropolitani su muro. L’intervento pittorico ideato per il corridoio della mensa del presidio di Fano, si sviluppa su un angolo in cui insistono anche alcune finestre, anch’esse intressate dal disegno.
L’opera realizzata in bicromia (nero-giallo) riproduce, interpretate dalla fevida immaginazione degli autori, alcune cartelle cliniche. Tali cartelle sono in realtà referti di esami effettuati in Tomografia Assiale Computerezzata (TAC) effettuati su una persona qualunque, anonima e immaginaria. Il referto si legge attraverso le immagini di alcuni personaggi di chiara fama culturale che rappresentano il nostro paese e che gli autori imaginano relegati da qualche parte, nei comparti misteriosi del cervello. Nelle finestre sono stati dunque eseguiti i ritratti di Filippo Tommaso Marinetti, Monnalisa, Dante Alighieri, Dario Fo, Giulio Cesare.
Rappresentata su un lato della parete tutta una serie, non chiaramente riconoscibile, di personaggi che hanno fatto la storia. Questi personaggi sono raffigurati nell’atto di emergere dall’oblio del passato, come richiamati a nuova vita dal torpore del ricordo che per decenni pare averli miseramente intrappolati. Nella parte inferiore di una delle due pareti si legge chiaramente un referto che suggerisce di non perdere la memoria, ricordare le nostre radici ed evitare l’imbarbarimento culturale.
Il segno che definisce i contorni del disegno è netto e robusto, spontaneo ed immediato, tanto enfatizzato da acquisire un tratto quasi fumettistico. a volte adirittura didascalico.Ciò che sorprende è senz’altro il potere evocativo che emerge dai ritratti, infatti gli artisti usano pochi tratti per restituire immadiatamnete il carattere e la personalità della persona ritattra, evitando certa leziosità, troppo spesso espressa in questo genere pittorico.
Il lavoro è di grande impatto e facile compresione per chiunque, tuttavia, per una sua lettura più profonda occorre soffermarsi un po’ incedendo nella riflessione. Di certo non è un lavoro scontato, soprattutto per il piglio anche ironico che lo contraddistingue.Nell’opera tutto concorre alla provocazione culturale e di conseguenza all’autoesame di coscienza e alla ricerca del priviligeo della riflessione sulla funzione alta della cultura.
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