Realizzato il primo teleconsulto multidisciplinare, a spettro regionale, con la partecipazione di tre diverse figure specialistiche per un paziente dializzato presente in ambulatorio di Camerino.
Il reparto di Nefrologia dell’ospedale di Macerata che ha stabilito un collegamento con il paziente, ha chiesto l’attivazione di una consulenza con il reparto Dialisi del Santa Croce di Fano. Il tutto in diretta video con il coinvolgimento delle strutture di Nefrologia e Dialisi di Fano-Pesaro e di Macerata. “Le Marche sono la prima regione in Italia ad essere in rete con il progetto della videodialisi – spiega il Direttore Generale Ast Pu Alberto Carelli – anche grazie ad una delibera regionale che va in questa direzione per il servizio di telemedicina e presa in carico del paziente nefrologico. Il progetto, partito proprio da questa provincia, gestito dal reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Fano, capofila regionale, permette al paziente di comunicare in tempo reale, tramite audio e video, con il personale sanitario per consigli, supporto e istruzioni operative per la gestione del trattamento dialitico direttamente dalla propria abitazione, senza necessità di recarsi in ospedale. Un dispositivo importantissimo di medicina di prossimità con vantaggi notevoli per il sistema e per il paziente: con la garanzia di cure adeguate e di monitoraggio continuo della salute dell’utente. Per la prima volta è stato realizzato un teleconsulto regionale alla presenta di più specialisti per fornire consulenze al medico che ha in carico il paziente, fornendo un percorso completo, senza necessità di spostamenti. Un ringraziamento agli specialisti che si sono messi a disposizione del sistema con il solo fine che è quello della realizzazione dei bisogni di salute del dializzato”.
Il Dr Nicolò Natali, Nefrologo di Macerata, ha stabilito un collegamento audio-video con il CAL di Camerino, ove era in corso il trattamento emodialitico di un paziente con una ferita chirurgica da valutare. E’ stato quindi effettuato un collegamento anche con la postazione di telemedicina della dialisi di Fano, ove era presente la Dr.ssa Domitilla Foghetti, Chirurga Vulnologa, che ha potuto visionare la ferita e fornire le indicazioni del caso. A completamento è stato eseguito sul paziente a Camerino un ECG che è stato valutato a Fano dalla Cardiologa Dr.ssa Elena Beciani.
“Questa triangolazione –– aggiunge Silvio Di Stante , Responsabile Dialisi Domiciliare (Peritoneale ed Emodialisi) e Ambulatorio MaReA (Malattia Renale Avanzata) e coordinatore del progetto regionale di videodialisi – è stata possibile grazie alla tecnologia attualmente in dotazione, ed in fase di ulteriore implementazione, delle Nefrologie Marchigiane, con l’utilizzo di stazioni di controllo ubicate nelle varie strutture e totem che possono essere dislocati in diverse sedi: dal domicilio dei pazienti, a ospedali periferici, a strutture del territorio. Un progetto, coordinato a livello regionale che apre importanti sviluppi e prospettive per implementare la collaborazione da remoto tra strutture ospedaliere, territoriali e domicilio, riducendo tempi di esecuzione degli accertamenti, spostamenti e trasporti dei pazienti e consentendo valutazioni multispecialistiche durante la stessa videovisita”.
“La sanità marchigiana si conferma un’eccellenza sul panorama nazionale dove è in grado di esprimere servizi all’avanguardia – dichiara il Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini – Stiamo realizzando quella sanità di prossimità per cui abbiamo ricevuto il mandato dai cittadini marchigiani. Abbiamo investito risorse importanti in strumentazioni moderne e in tecnologie come la telemedicina che ci consentono di garantisce ai cittadini marchigiani risposte più tempestive ed efficaci sul territorio, mettendo in rete le nostre strutture”.
I dati relativi ai parametri vitali vengono trasmessi, in tempo reale a tutti i professionisti coinvolti. La telemedicina permette ai medici di adottare le scelte terapeutiche più idonee, di intervenire e risolvere precocemente gli eventuali problemi, permettendo così di ridurre gli accessi urgenti al pronto soccorso e i ricoveri non programmati, rendendo possibili interventi di supporto più tempestivi ai pazienti e ai caregiver, un minor numero di accessi in ospedale ordinari e in urgenza, una maggiore vicinanza anche umana ai pazienti ottenendo migliori qualità di vita e di assistenza.
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