Tornare alla normalità dopo il virus: attivato il percorso riabilitativo

Dopo aver vinto la battaglia contro l’infezione in molti casi, anche nei pazienti più giovani, è necessario un periodo di recupero per tornare alla normalità. Perdita di peso con conseguente riduzione della massa muscolare, fiato corto e sensazione costante di spossatezza, sono sintomi di una condizione fisica deficitaria che richiede un percorso riabilitativo assistenziale mirato, già attivato dall’azienda Marche Nord, la prima delle Marche, attraverso la struttura di Riabilitazione diretta da Marina Simoncelli insieme al Direttore del Dipartimento di Riabilitazione dell’Area Vasta 1 Giacomo Maurizi, alla Responsabile della Riabilitazione del distretto di Pesaro Tiziana Pistarelli, la Dirigente professioni sanitarie area della riabilitazione Asur Diotallevi Giovanna e Stefania Rasori Direttore Unità Operativa Complessa Professioni Sanitarie IOTR Marche Nord.

Tutto inizia durante il ricovero, con la valutazione del fisiatra sulle abilità motorie e respiratorie compromesse e da recuperare, e l’intervento operativo dei fisioterapisti. “La riabilitazione – spiega Marina Simoncelli – parte durante la degenza per poi continuare nelle strutture extraospedaliere dedicate, la struttura di Galantara a Pesaro e quella di Fossombrone, entrambi luoghi storicamente dedicati al percorso riabilitativo ma trasformati con la pandemia in strutture Covid”.

Un asse ospedale-territorio che garantisce una continuità assistenziale ai pazienti colpiti dall’infezione. “La malattia dovuta al virus – continua il direttore della Riabilitazione di Marche Nord – soprattutto nelle sua forma moderata o severa, colpendo diversi organi come reni, fegato, cuore e vasi, in particolare i polmoni, può richiedere il ricovero nelle unità intensive ed sub-intensive ospedaliere. Di conseguenza si potrebbe verificare un decondizionamento fisico, quindi perdita di forza e di massa muscolare, “fiato corto” e facile faticabilità. E’ come se il paziente non sapesse più respirare correttamente, con difficoltà nella ripresa delle comuni attività quotidiane”.

Nella guerra alla pandemia da coronavirus, riabilitatori, fisiatri e fisioterapisti si occupano degli aspetti respiratori e motori dei pazienti covid e di quelli già affetti da una patologia a cui si è aggiunta anche l’infezione. “Si tratta di quelle persone già compromesse da una disabilità emergente di ordine neurologico come ictus cerebrale o gravi cerebrolesioni acquisite, o di ordine ortopedico come fratture di femore o altri traumatismi. A questa condizione già fragile, si è aggiunto anche il virus. Questi pazienti, che non possono certo essere trattati in strutture riabilitative ordinarie, vengono inseriti nel percorso riabilitativo assistenziale ad hoc. La guerra al Coronavirus non termina con il debellamento dell’infezione – conclude Marina Simoncelli – ma prosegue con l’obiettivo di far recuperare a pieno ai pazienti le loro funzioni corporee e la completa autonomia nelle principali aree di vita”.

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