Asportazione e ricostruzione della vescica con tecnica robotica, utilizzo di una tecnica innovativa per il tumore al rene. Il reparto di Urologia di Marche Nord è all’avanguardia nella lotta alle neoplasie dell’apparato urinario, attuando procedure che, nella regione Marche, sono realizzate solo nella struttura dell’azienda ospedaliera di Pesaro-Fano.
Proprio negli scorsi mesi sono state eseguite due tecniche innovative per curare il tumore alla vescica e il tumore al rene. Nel mese di ottobre è stato effettuato il primo intervento nelle Marche di cistectomia radicale con derivazione urinaria intestinale intra-addominale, con tecnica interamente robotica. La rimozione della vescica e la creazione del serbatoio urinario con l’impiego dell’intestino è avvenuta interamente con l’utilizzo del Robot Da Vinci.
“La procedura è durata circa otto ore – spiega il Direttore Unità Operativa Complessa Urologia Valerio Beatrici – un lavoro di squadra realizzato con la collaborazione in sala operatoria dei dottori Emanuele Cappa e Vito Lacetera. Un intervento innovativo che ha permesso al paziente di avere un brillante decorso post-operatorio. Nella terza giornata di degenza post-operatoria, il paziente si è alzato, ha deambulato ed ha ripreso l’alimentazione. L’intervento è il primo del genere eseguito nella regione Marche”.
Un’altra esclusiva del reparto di Urologia di Pesaro-Fano è di essere l’unica nella Regione Marche ad utilizzare la fluorescenza nella chirurgia conservativa dei tumori del rene. In presenza di un tumore è possibile l’asportazione della sola parte malata del rene con intuibili vantaggi per il paziente che conserva entrambi i reni. “Ciò avviene – aggiunge Beatrici – mediante l’iniezione endovena pre-operatoria di indocianina, un colorante visibile solo se colpito da un particolare fascio di luce che lo rende visibile. E’ così possibile evidenziare la vascolarizzazione del tessuti da operare e pianificare l’intervento con la massima attenzione al risparmio del tessuto sano ed alla asportazione del solo tessuto malato. Grazie anche a questa tecnologia si è drasticamente ridotto il numero dei pazienti con tumore del rene che vengono sottoposti alla asportazione dell’intero organo ed è progressivamente e significativamente aumentata la possibilità di risparmiare in sicurezza il rene, asportando la sola parte malata”.
Nel 2019 sono stati ben 38 i pazienti ai quali è stato possibile asportare solo il tumore dal rene malato, garantendo loro la possibilità di tornare a casa con entrambi i reni.
Ulteriori vantaggi in termini di sempre maggiore precisione e minore invasività, possono derivare dalla ricostruzione tridimensionale pre-operatoria del rene e del tumore che si sviluppa al suo interno. La conoscenza pre-operatoria del decorso delle vene e delle arterie che alimentano il tumore può consentire l’attuazione di procedure di ischemia selettiva della neoplasia durante l’intervento e l’assoluto risparmio del tessuto renale sano. Anche questa modalità operativa è stata realizzata per la prima volta il 15 novembre 2019 in anteprima regionale a Marche Nord.
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